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Se il fine giustifica i mezzi

di Armando Massarenti

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3 ottobre 2009

Il ritorno al multilateralismo nella politica internazionale, ufficialmente sancito da Barack Obama, e l'anniversario della nascita del Mahatma Gandhi (2 ottobre 1869, dichiarata dalle Nazioni Unite Giornata internazionale della nonviolenza) si prestano a un commento comune. C'è infatti un'idea filosofica che accomuna sia il fondatore delle democrazia indiana che l'attuale presidente degli Stati Uniti. Entrambi, benché non privi di senso pragmatico nell'affrontare i più spinosi dilemmi politici e sociali, sarebbero d'accordo nell'abbracciare la massima: «Il fine non giustifica i mezzi». Cioè l'opposto di ciò che era implicito per gli americani, e per i loro soldati, impegnati nella guerra in Iraq - ma anche Clinton non andava per il sottile quando si trattava di «esportare valori». Lo ha detto con efficacia lo scrittore indiano Amitav Ghosh, prendendo a simbolo di un modo mostruoso di intendere il rapporto mezzi-fini le immagini delle torture di Abu Ghraib. Quelle immagini erano parte integrante di una generale lezione di democrazia e di libertà. «È come se fossero state scattate per illustrare (...) la concreta realtà del legame non detto tra prigioni e parlamenti. Anche per questo, probabilmente i soldati non hanno avuto alcuna esitazione a scattare le fotografie e farle circolare; anche loro erano certi che la purezza dei fini giustificava i mezzi prescelti». Esattamente opposto era l'insegnamento di Gandhi, che risuona chiaro nelle parole di Ghosh: «Abu Ghraib dovrebbe servire da memento di ciò che accade quando tra il fine dichiarato di un progetto e i mezzi per raggiungerlo c'è un'immane sproporzione: i mezzi diventano allora essi stessi il fine (...). Oggi come non mai, è impossibile separare i mezzi dai fini: ogni tentativo di distinguere gli uni dagli altri non farà che confermarne l'inseparabilità». Gandhi era induista e fu assassinato da un seguace fondamentalista della sua stessa religione che non condivideva l'idea di un'India democratica e laica, aperta a tutte le confessioni religiose. Questa idea di laicità e di democrazia potrebbe diventare l'icona per un'unione virtuosa mezzi-fini, da opporre agli orrori, concettuali e concreti, di Abu Ghraib.

3 ottobre 2009
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